L'ULTIMA NOTTE DI AMORE
- Thriller, Noir
- Italia
- 2023
- 9 marzo 2023
- 124 Min.
- Andrea Di Stefano
- Pierfrancesco Favino, Linda Caridi, Antonio Gerardi, Martin Francisco Montero Baez, Francesco Di Leva, Fifi Wang, Matilde Vigna, Katia Mironova, Carlo Gallo, Fabrizio Rocchi, Chandra Perkins, Mauro Negri, Pang Bo, Camilla Semino Favro
- Vision Distribution
- Vision Distribution, Indiana Production, MeMo Films, Adler Entertainment
Proiezioni
Luglio
- ore 22:00
- ore 22:00
Trama
Una Milano notturna e ruvida, un poliziotto onesto alla vigilia della pensione, malavita calabrese e gangster cinesi. Andrea di Stefano gira un film di genere produttivamente ambizioso e attento ai sentimenti e ai personaggi, con un occhio a Di Leo e uno a Johnnie To.
Trentacinque anni di servizio senza mai aver sparato a un cristiano, ligio alle regole in maniera fin troppo ossessiva, Franco Amore sta per andare in pensione, e dire addio alla Polizia di Stato. Franco è una brava persona, ed è fiero di esserlo. O di averci provato. Ama la moglie Viviana, scorrazza in giro Cosimo, il di lei cugino, facendogli da scorta per i suoi traffici non proprio ufficiali, per arrotondare uno stipendio che, bastare, basta a malapena.
Grazie a Cosimo entra in contatto con il signor Zhang, un ricco uomo d’affari cinese, che lo prende in simpatia e gli offre un lavoro dopo la pensione: quello di sicurezza privata per lui e i suoi soci. Solo che il primo lavoro per Zhang è da fare alla vigilia del pensionamento, quando è ancora nella polizia, e per farlo tocca coinvolgere il collega e amico Dino, e però le cose non vanno come avrebbero dovuto, e a Franco Amore una vita faticosamente costruita in trentacinque anni di onorata carriera rischia di crollare addosso.
E tutto si deve risolvere, sempre che risolvere si possa, in un’ultima frenetica e drammatica notte.
Notturno, ruvido, nervoso. L’ultima notte di Amore non sarà un film originalissimo dal punto di vista della trama (sebbene, Milano così, stretta in una morsa criminale che contrappone emigrati calabresi e immigrati cinesi, in fondo non l’abbiamo mica vista così spesso), ma che sa bene a quali modelli rifarsi e soprattutto sa come gestire il suo racconto, con le immagini, il movimento, le traiettorie delle persone e dei pensieri, con le parole.
Cinema di genere, quello che propone Andrea di Stefano, regista e pure sceneggiatore, qui non attore, che per la prima volta firma una regia in Italia dopo aver diretto oltreoceano Benicio del Toro in Escobar e Clive Owen in The Informer - Tre secondi per sopravvivere. Gira per la prima volta in Italia, ma dopo essere stato tra gli sceneggiatori di Bang Bang Baby, e quell’esperienza lì, nell’Ultima notte di Amore, si ritrova tutta: stessa criminalità calabrese, stessi incroci pericolosi, stesso senso di urgenza per la sopravvivenza.
I modelli, però, non sono affatto televisivi. Tutt’altro. Lo sguardo non è televisivo: si pensa e si gira in grande, in tutti i sensi.
Non è solo per Milano che la mente, oltre alla letteratura noir degli Scerbanenco e dei Dazieri, corre a certi film di quel grandissimo regista che è stato Fernando Di Leo, prima ancora che a tanti prodotti hollywoodiani che raccontano storie in fondo simili a questa. Senza contare che a tratti, sarà la presenza dei gangster cinesi, la Milano notturna di di Stefano sembra a tratti la Hong Kong di Johnnie To.
Qui poi non ci saranno del Toro o Owen, ma c’è tutta la solidità implosa di Pierfrancesco Favino, che recita sempre sotto pressione, sempre teso, sempre vibrando delle giuste vibrazioni, accento o non accento.
Dura due ore, L’ultima notte di Amore. E a ben vedere, difficile dire che ci sia un minuto di troppo, una scena slabbrata, un dialogo - tra i pochi - portato avanti troppo per le lunghe. Andrea di Stefano sa sempre quando è il momento di tagliare, sa sempre dove sia giusto posare lo sguardo e, cosa ancora più importante, sa sempre quando è arrivato il momento di distoglierlo, questo sguardo, di deviare, di distrarre. Sa come chiudere la sua storia, in maniera - ancora - forse prevedibile (anche perché, come ha detto lo stesso Favino, il suo personaggio non è certo un supereroe), ma gestita con la giusta asciuttezza, e un timing ottimale.
Per dimostrare la capacità di questo film di gestire la sua storia, i suoi personaggi, la sua tensione, basterebbe quella lunga parte, ambientata dentro un tunnel di uno dei tanti tratti della tangenziale di Milano, nella quale Amore torna sul luogo del fattaccio, del suo lavoro per i cinesi andato a ramengo, e deve gestire i colleghi, i sospetti, i cinesi che rivolgliono il maltolto, i procuratori della Repubblica, sua moglie che si vuole mettere in mezzo, il cugino Cosimo e le sue residue speranze di non finire in prigione, o ancora peggio finire ammazzato.
Luci, sguardi, movimenti di macchina, montaggio. Denaro, amore, amicizia. Onore. Funziona. Cinema ambizioso, cinema di genere. Solido e mai ruffiano, che mescola dinamiche esplosive, traiettorie balistiche, sentimenti umani e potenti. Mancava, in Italia, da un po’.
Cinema Verdi San Vincenzo