Proiezioni

Ottobre

  • ore 21:30
  • ore 17:30 e 21:30

Trama

L'ordine del tempo, il film diretto da Liliana Cavani, racconta la storia di un gruppo di amici di vecchia data, che ogni anno si ritrovano tutti insieme in una villa sul mare per festeggiare il compleanno di uno di loro. Durante i festeggiamenti la comitiva apprende una notizia terribile: il mondo, così come lo conosciamo, potrebbe finire nel giro di poche ore.
Il lasso di tempo che li separa dall'apocalisse sembra passare in modo diverso, talvolta veloce e altre volte eterno, mentre il gruppo di amici affronta le sue ultime ore in una notte estiva che cambierà per sempre le loro vite.
Un gruppo di amici si trova in una situazione di spensieratezza. Un film settimana segnato dal compleanno di una di loro, che li ospita tutti in una splendida villa sulla spiaggia di Sabaudia, perla molto radical chic nei dintorni di Roma. Un’occasione per Liliana Cavani per confrontarsi dopo decenni di carriera con una tematica cruciale, sia per il cinema che per la vita di ognuno di noi, come lo scorrere del tempo. Evita ovviamente ogni tendenza al multiverso alla cinecomic, non cerca verosimiglianza e non impone ai suoi personaggi - in un cast corale - qualche sforzo eroico o persino salvifico, in contrapposizione con l'irrefrenabile scorrere del tempo, oltre che della casualità che governa il cosmo.
Ma si diverte - come è palese, quantomeno dal tono sinuosamente leggero del film - a costruire una serie di personaggi e a vedere come reagirebbero se si trovassero di fronte alla (possibile) e improvvisa fine del mondo. O quantomeno dell’umanità che la popola, permettere una semplificazione antropocentrica dell’apocalisse. Che poi saremmo anche una parte misera della popolazione del nostro nobile e bistrattato pianeta. Ma questa è un’altra sfumatura della questione. Qui siamo in una bolla di agiato privilegio, fra insalate di riso e frutta fresca. E il rischio di un asteroide che potrebbe farci fare la fine dei dinosauri… probabilmente senza speranza di risorgimento spielberghiano.
L’ordine del tempo non sembra l’adattamento di un libro scritto da un fisico come Carlo Rovelli, diventato negli ultimi anni il Divulgatore principe della sua scienza nel nostro paese. Talmente poco rigoroso è il racconto delle tematiche più “scientifiche”, che vengono anzi messe vagamente alla berlina, insieme agli scienziati presenti fra gli amici, con la bonomia un po’ passatista o addirittura luddista di un anziano che si ostina a evitare ogni avvicinamento alla perfida Tecnologia, con le sue infinite ramificazioni che ne insidiano la quotidianità. E allora, che sia pure una lettera vergata con penna stilografica e pergamena, quella raccontata ne L’ordine del tempo, che si disinteressa oltretutto della credibilità nelle occupazioni quotidiane e in certe dinamiche sociali dei suoi protagonisti.
Rimane la perplessità, però, che potendo discorrere di un bilancio di vita, su quali vicende sistemare o confessar(si), senza alcuna tensione drammaturgia o ansia, quasi lo si facesse davanti a un fuoco di bivacco, con vin brulé e salsicciotti, ci si ritrovi a parlar di piccoli amori e grandi corna, di banali amenità veicolate da anni con fortuna a dir poco alterne dal cinema italiano. Il Tempo e l’apocalisse meriterebbero forse di meglio, un senso di comunanza e urgenza più palpabile e caldo. Rimane sospesa anche l'immedesimazione emotiva, fra rievocazioni che rimangono in superficie ed episodiche.


Cinema Verdi San Vincenzo

Trailer