Teatro Verdi
IDENTITA' DI DONNA
Giovedì 26 gennaio ore 21:00
IDENTITA' DI DONNA
Produzioni: CON.COR.DA
Consorzio Coreografi Danza d’Autore
LA NONA – Quel che resta di noi e della terra
Coreografia e concept: Flavia Bucciero
Musica: L.W.Beethoven, Nona Sinfonia
Interventi di musica elettronica: Antonio Ferdinando Di Stefano
Assistente alla coreografia: Elisa Paini
Danzatori interpreti: Daniele Del Bandecca, Pauline Manfredi, Elisa Paini, Luca Tomao
Mascherine artistiche: Delio Gennai
Disegno Luci: Riccardo Tonelli
Primo movimento: L’alba di un nuovo giorno
Secondo movimento: Della perdita di memoria e della diffidenza
Terzo movimento: Della pietà e dell’amore
Quarto e Quinto movimento: La speranza , il ritorno della memoria
Il 2020 è stato l’anno del 250° anniversario dalla nascita di Beethoven, ma è stato anche l’anno che rimarrà indelebile nella memoria e nella coscienza di tutti gli abitanti della terra per essere l’anno della pandemia da Covid 19. Su questa nuova sensibilità, abbiamo incontrato o meglio rincontrato la Nona Sinfonia: un oceano sinfonico dalla natura imprevedibile ma estremamente affascinante, immergersi nelle sue acque è un rischio, e al tempo stesso un richiamo irresistibile.
L’intento di Beethoven è quello di cercare di saldare quella frattura tra genere umano e Natura, che ha rotto l’armonia delle origini.La mancanza di armonia genera malattia e morte.
Questo tema , evidente già dalle prime note, è estremamente attuale. Nulla può tornare com’era in origine, ma tutto deve necessariamente trasformarsi in qualcosa di diverso, di più evoluto sia nelle relazioni uomo natura , sia in quelle tra gli uomini, in un tutto inscindibile.
E’ necessaria una rigenerazione, passare attraverso la sofferenza e la morte, intesa come catarsi, per dare luogo a un nuovo ordine.
L’elemento Natura è presente sin dal principio della sinfonia, dove il primo movimento può essere visto come il momento della creazione dal caos, e man mano che l’esecuzione avanza, il caos scompare, o per meglio dire, si trasforma.
Il richiamo, nella Sinfonia, alla stessa vita umana è inevitabile: così come la Nona si apre con un lieve tremolio e termina in maniera trionfante, allo stesso modo la vita di ognuno di noi inizia con una semplice divisione di una cellula in due, e queste due in altre due, fino all’infinito, fino a creare un organismo complesso qual è il corpo umano. E poi intorno a noi ci sono altre cellule altri corpi, le relazioni interpersonali e le relazioni fra noi e la natura, un sistema complesso che richiede un equilibrio da reinventare, ogni volta, attraverso la fatica del caos
.
Tutta la sinfonia può essere vista come un percorso alla ricerca di una riconciliazione tra il genere umano e la Natura.
Costruire una coreografia sulla Nona, costituisce un rischio, ma è un rischio di cui non si può fare a meno, è una necessità.
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ME PAREVA ‘NA FAVOLA
Ideazione, coreografia e interpretazione: Leila Ghiabbi
Collaborazione artistica: Flavia Bucciero
Disegno Luci: Riccardo Tonelli
Lo spettacolo “me pareva ‘na favola…” ha come tema una riflessione contro la violenza domestica sulle donne, realizzata attraverso il linguaggio del teatrodanza. Una relazione , vissuta dalla donna come concretizzazione di una favola, di un sogno con relativo “principe azzurro”, rapidamente si trasforma, rivelando il lato oscuro di una passione che diviene volontà di possesso, sopraffazione, violenza da parte dell’uomo. La donna rivive, attraverso la sua immaginazione, le diverse fasi di un rapporto, ormai deteriorato, per prenderne pienamente coscienza ed esplodere, alla fine, in un grido di liberazione.
Il corpo è luogo privilegiato e fragile in cui le emozioni si manifestano, interagendo con il mondo esterno. Quando la pelle viene violata e ferita, la parola diventa strumento di sutura. Superare il silenzio è il primo passo coraggioso per creare i presupposti per nuove condizioni di vita.
Teatro Verdi San Vincenzo